Kirika aveva sottratto Teppete a Leilani e tenendolo per la coda lo faceva roteare vorticosamente decisa a lanciarlo verso il torrente. Leilani intanto si dibatteva fra le braccia di Paoletta che la teneva a bada per il tempo necessario che Kirika necessitava per effettuare un lancio mirato. Il povero gatto turbinava in aria e l’attaccatura della coda di pezza negli anni era stata talmente provata che ad un tratto cedette. Kirika si trovò con l’estremità del felino in mano mentre il peluche menomato falliva la traettoria a cui era stato destinato e rovinava in mezzo al roseto. Leilani seguiva con preoccupazione il gioco di Kirika; la preoccupazione si era trasformata in rabbia quando Teppete era volato via sul serio, per giunta senza coda. A quel punto non ci era voluto nulla e Leilani si era liberata senza alcuna difficoltà dalla stretta di Paoletta che peraltro aveva allentato la presa: ormai i giochi erano fatti. Leilani correva e non si fermò neppure quando il selciato aveva lasciato spazio al fitto roseto sul quale Teppete era capitolato. Come una foresta minacciosa si stagliava di fronte alla determinazione di Leilani. Ma nessuno sarebbe riuscita a fermarla dal suo intento di riprendersi ciò che le era di più caro al mondo in quel momento.